La moneta

Trovo molto interessante il libro di “Macroeconomia” di Andrea Boitani, Editore, il Mulino, tanto da citarne alcune pagine a riguardo di alcuni temi che spesso si sentono in rete.

I prezzi dei beni e dei servizi scambiati sul mercato sono definiti in unità di moneta e quando parliamo di inflazione ci riferiamo all’aumento delle unità di moneta necessarie ad acquistare i beni e i servizi che consumiamo o che le imprese utilizzano nella produzione. Grazie alla moneta, inoltre. le transazioni tra milioni di individui sono estremamente semplificate, mentre tutti possono risparmiare accumulando moneta da spendere in futuro o cedere la moneta che non pensano di dover spendere facendosi pagare per ciò un interesse.

Ma cos’è la moneta?
La moneta è qualunque cosa sia accettata dagli individui, dalle imprese e dalle PA (amministrazioni pubbliche) in cambio di beni e servizi. In un certo senso, dunque, la moneta è una convenzione sociale condivisa da tutti. […]
…la moneta esiste, in primo luogo, per facilitare gli scambi. In assenza di un mezzo di pagamento (moneta) accettato da tutti, gli scambi assumerebbero la forma del baratto, cioè dello scambio diretto di beni e servizi. […]
Il baratto è però un sistema molto inefficiente di scambio: nel baratto, si richiede, infatti, la cosiddetta doppia coincidenza dei bisogni o comunque la presenza di un soggetto che conosca i bisogni di molti potenziali scambisti. […] Ovviamente più l’economia è “grande” ( nel senso che numerosi sono i soggetti che vi operano e i beni che si producono e si scambiano) e più è inefficiente il baratto, nel senso che implica elevati tempi (e quindi costi):
La moneta consente dunque di ridurre i costi di transazione connessi al processo  di scambio.

Quali sono le funzioni della moneta?

  • mezzo di pagamento (come già detto); la moneta è l’unità di conto mediante la quale sono definiti i prezzi dei beni e dei servizi, le retribuzioni dei fattori produttivi ecc.
  • la moneta trasferisce potere di acquisto dal presente al futuro, è dunque una riserva di valore al pari di altri strumenti (attività finanziarie, mobiliari e immobiliari, che hanno rendimenti superiori alla moneta (Rendimento della moneta è nullo per definizione).
  • proprietà  di essere liquida, essendo il mezzo di pagamento universalmente accettato.
  • non si può rifiutare il pagamento tramite moneta (ma si può rifiutare il pagamento tramite assegno o carta di credito).

Per molte decine di secoli la moneta è stata costituita da conio di vari metalli più o meno preziosi (oro, argento, rame) e il suo valore era dovuto alla quantità (e al tipo) di metallo prezioso che ogni conio conteneva. In altri termini la moneta avena natura di merce, proprio come il metallo di cui era fatta. Nei secoli più recenti, ai conii si sono affiancate le banconote, cioè moneta cartacea, il cui valore intrinseco è di molte volte inferiore al valore stampato sul biglietto, mentre i conii stessi non sono più fatti  di metalli preziosi. Tuttavia fino ai primi decenni del secolo scorso, le banconote erano “convertibili”, ovvero se ne poteva richiedere alle banche il controvalore in oro (il sistema monetario allora vigente si chiamava Gold Standard). Le crescenti necessità di circolante monetario in tutti i paesi del mondo e la perdurante scarsità dell’oro hanno indotto progressivamente tutti i i paesi ad abbandonare  la convertibilità in oro. Gli ultimi ad abbandonare la convertibilità aurea sono stati gli Stati Uniti, nel 1971. […]
Finita la convertibilità anche del dollaro USA, siamo entrati in un regime di moneta a corso legale, cioè di moneta cartacea, con valore (nominale) stabilito per legge o decreto delle autorità monetarie nazionali o federali (come la FED america, e la BCE).
Il valore reale della moneta è l’inverso del livello generale dei prezzi (1/P), cioè il suo potere di acquisto: se aumentano i prezzi, il valore reale della moneta (cioè dell’unità monetaria) diminuisce perché con essa si comprano meno beni e servizi: la moneta si deprezza. Al contrario, se il livello generale  dei prezzi diminuisce, la moneta si apprezza, poiché con una unità di moneta è possibile comprare una quantità maggiore di beni e servizi. Quindi indicando con M la quantità di moneta “nominale” si potrà dire che M/P è la quantità “reale” di moneta, cioè il potere di acquisto della quantità nominale M, dato il livello generale dei prezzi P.

Dal libro “Macroeconomia” di Andrea Boitani, Editore il Mulino

Esempio 1.- (di Giulio D. Broccoli) .-
Se l’unità di moneta è l’euro e se oggi con 1 euro compro 4 panini, il potere di acquisto, cioè il valore reale della moneta è di 4 panini. Mentre se tra un anno con un euro si comprano solo due panini (gli stessi dell’anno precedente) il potere d’acquisto è diminuito, la moneta si è deprezzata, è di 2 panini; se invece tra un anno si comprano 6 panini (dello stesso tipo), perché il prezzo del singolo panino diminuisce, la moneta si apprezza, ovvero il suo valore reale è aumentato.