Matematici strana gente

Con la parola “matematico” si può intendere un professore di matematica, un “fruitore” della matematica, oppure un matematico creativo.
Un matematico (per noi) sarà qualcuno che ha pubblicato almeno un teorema non banale…
Si può ragionevolmente pensare che l’attitudine alla creatività matematica non dipenda dalla razza, né sembra trasmettersi in misura significativa come carattere ereditario: i matematici figli di matematici sono stati sempre rare eccezioni.
Nello sviluppo di un talento matematico ha invece una funzione importante l’ambiente sociale. Non si hanno esempi, neppure fra i più grandi geni, di matematici con conoscenze innate della matematica del loro tempo, e quello che si è raccontato di B. Pascal a questo proposito è soltanto una leggenda. L’ambiente sociale deve quindi essere tale che il futuro matematico possa ricevere almeno un insegnamento elementare che gli offra dimostrazioni effettive, gli risvegli la curiosità e gli permetta successivamente di avvicinarsi alla matematica del suo tempo…
Fino alla fine del XVIII secolo non è esistito un vero insegnamento superiore organizzato della matematica, e a partire da R. Descartes e P. Fermat fino a C. F. Gauss e P. G. L. Diriclet, i grandi matematici si sono quasi tutti formati senza un maestro…Anche oggi è probabile che numerosi talenti matematici non arrivino mai a manifestarsi per mancanza di una atmosfera sociale favorevole, e non c’è da stupirsi se non si ha notizia di matematici di paesi scarsamente “sviluppati”.
Nelle società in cui è possibile diffondere l’istruzione a larghi strati della popolazione…, la provenienza sociale dei matematici è molto diversa. Possono provenire dalla nobiltà, come G. C. Fangnano, J. F. Riccati,… o dall’alta borghesia, come R. Descartes, … J. H. Poi Come nel caso di molti scienziati, la vita del matematico è dominata da una curiosità insaziabile, un desiderio di risolvere i problemi studiati che confina con la passione, e arriva a far si che egli si astragga quasi completamente dalla realtà circostante; le distrazioni o le bizzarrie dei matematici celebri non hanno altra origine. Per ciò che riguarda il comportamento generale dei matematici, se si eccettuano le distrazioni e la mancanza di “senso pratico” ( Paul Erdos ) cui spesso sono afflitti in misura notevole, si può dire che non esistono praticamente differenze con le persone di un qualunque gruppo, scelto a caso, della stessa entità numerica… In ogni caso i matematici devono persuadersi che il talento che possiedono non conferisce loro alcuna competenza particolare al di fuori del loro settore. Alcuni, convinti che il prestigio di cui godevano presso i loro colleghi avrebbe reso loro possibile una riforma della società, l’hanno imparato a proprie spese.

Le opinioni dei matematici in tema di religione o di politica sono d’altronde molto diverse; A. L. Cauchy era un bigotto, Hardy al contrario un curioso tipo di ateo che considerava Dio un nemico personale; Gauss era fortemente conservatore, ed E. Galois un acceso rivoluzionario… La maggior parte dei matematici conducono una vita da buoni borghesi, poco interessati ai tumulti del mondo, senza desiderare né il potere né la ricchezza e accontentandosi di una onesta agiatezza…

Tratto da “L’arte dei numeri” di Jean Dieudonnè, ediz. Mondadori De Agostini 1989