John Forbes Nash

John Forbes Nash jr. nasce il 13 giugno 1928 e fin da piccolo mostra un carattere molto bizzarro.
Figlio di un ingegnere elettrico e di una insegnante di inglese, viene descritto come un bambino più interessato ai libri che al gioco con altri. Questo lo porta ad avere problemi di rendimento scolastico a causa di quella che veniva definita una carenza di abilità sociali. Fortunatamente le sue capacità intellettuali emergono in maniera preponderante nei primi anni delle scuole superiori, portandolo ad ottenere una prestigiosa borsa di studio per uno studio di chimica.
Si reca allora a Pittsburgh, alla Carnegie Mellon, per studiare proprio chimica. In questi anni però si va sviluppando il suo interesse per la matematica, che lo porterà ad abbandonare la sua originaria passione per dedicarsi a tempo pieno allo studio di questa materia.
Iniziano al tempo stesso i primi problemi comportamentali che lo porteranno ad essere sempre più eccentrico con gli amici.
Le sue capacità matematiche gli valgono una grande fama, tanto che riceve offerte di dottorato sia da Harvard che da Princeton. Sceglie Princeton dove incontrerà, tra gli altri, Albert Einstein.
Molto diverso dai suoi colleghi, tende a sviluppare metodologie di approccio ai problemi nella maniera più originale possibile. Non ama intessere rapporti con i colleghi privilegiando il lavoro individuale.
Nel 1949, mentre studia per il dottorato, sviluppa la teoria che lo rende famoso nel mondo e che dopo 45 anni gli vale il premio Nobel. Rivoluzionando le teorie fino ad allora conosciute, Nash studia le situazioni di equilibrio nei giochi competitivi, dimostrando, tra le altre cose, l’inadeguatezza delle teorie di Adam Smith, che erano state de sempre ritenute valide.
Purtroppo da quel momento cominciano anche gli anni del declino. La sua malattia si diventa sempre più grave, iniziano i ricoveri e comincia un periodo molto lungo in cui Nash alterna momenti di lucidità ad altri in cui la malattia sembra aver preso definitivamente il sopravvento.
Soltanto agli inizi degli anni 90 le crisi sembrano aver fine, permettendogli di tornare serenamente al suo lavoro. Nel 1994 si ha il riconoscimento internazionale con il premio Nobel.

A cura di Pietro Bonfigli